El Buscon di Quevedo

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Verso il 1604, quando irrompeva con El Buscón, in linea con l’anonimo propenso al racconto succinto privo di sermone, Francisco de Quevedo lasciava questo genere cosí fecondo perfettamente costituito e radicato nella letteratura spagnola del “Siglo de Oro” e nelle letterature europee.

E tutto ció con una opera di puro e impressionante ingegno verbale, secondo alcuni critici, o di pungente critica sociale secondo altri.

Eppure, per circostanze di cui non siamo a conoscenza, il testo del geniale madrilegno non fu stampato fino al 1626 e, anche se questo lavoro era categoricamente suo, non fu mai riconosciuto dall’autore.

Circoló comunque abbondantemente in copie manoscritte, come lo rivela la conservazione di tre manoscritti che sopravvissero ai naufragi bibliografici e documentali che si sono verificati da allora. Ed è cosí che questi, i cosiddetti codici S, della Biblioteca Menéndez Pelayo di Santander, C della Real Academia Española e B, oggetto della presente riproduzione in facsimile, sono, insieme alla edizione princeps (E) del 1626, le vie che oggi permettono di accedere al celebre racconto.

Il presente manoscritto (B) fu considerato scomparso o fu comunque tenuto poco in conto da parte di diversi editori moderni del Buscón fino a che Don Fernando Lázaro Carreter lo rese pubblico nel 1965; numerosi editori moderni del racconto si basano su questo manoscritto, con il convincimento che rappresenti le ultime o almeno le piú sicure volontà di Quevedo.

Francisco de Quevedo y Villegas (1580-1645) nacque a Madrid e moría Villanueva de los Infantes.

Quanto ha ottenuto e conserva maggior fama è la sua prosa umoristica, soprattutto in questa che è la sua ultima opera: Historia de la vida del buscón llamado Don Pablos, in cui porta a un livello estremo di virtuosismo stilistico il genere della “picaresca”. Si tratta della miglior produzione di Quevedo.

Originale conservato nella Fundación Lázaro Galdiano.

Formato del volume: 7 x 10,5 cm.

Carta speciale in vergatura ed invecchiata.

Quinterne realizzate all’antica e cucite con filo vegetale.

Angoli dipinti con oro.

Rilegatura in pelle con metallo dorato e dorso con nervature.

Presentato in una elegante custodia.

Libro studio dell’opera.

Unica stampa di 1.020 esemplari, numerati e certificati in presenza di notaio.